Giulietta, Romeo, amore, Verona, morire…

Giulietta e Romeo

Ieri sera sono stata a sentire “Giulietta e Romeo“, la nuova Opera popolare di Riccardo Cocciante, al PalaSharp. Premetto che sono una grandissima fan di Notre Dame de Paris, quindi sono andata allo spettacolo veramente carica. PalaSharp stracolmo – era la penultima rappresentazione milanese – e temperatura prossima ai 40°: io ovviamente avevo messo il maglioncino e dopo tre minuti stavo svenendo per il caldo.

Nonostante questo, comunque, l’Opera è iniziata con un buon ritmo: bello e bravo il giovane Mercutio che ha aperto la scena, curiosa la scenografia animata proiettata su varie parti del palco.

video://www.youtube.com/watch?v=fWSGaDoBksY

Coinvolgenti le scene corali, e la musica ha iniziato a prendere bene. I maxischermi ai lati del palco rimandavano bei primi piani dei cantanti, tutti molto giovani. Romeo aveva una bella voce, molto “Cocciante-like”, e un viso da adolescente. Anche Giulietta era giovane… Sarà stato per quello che le loro parole sembravano un po’ scontate?
Purtroppo questa sensazione è stato il motivo conduttore di tutto lo spettacolo.
La storia degli amanti di Verona la conosciamo tutti, infatti, ma nessuno fino a oggi l’ha mai raccontata con un vocabolario così povero quanto l’autore dei testi dell’opera, Panella. Giulietta, Romeo, amore, odio, Verona, morire, cuore… ripetuti all’infinito, in tutte le permutazioni possibili.

Ben altro era il tempo delle cattedrali 😦

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