A caccia degli antenati

Avrete notato anche voi che Vernier non è un cognome sardo: ma come ci sono arrivati i Vernier a Cagliari? Bella domanda. Me la sono fatta anche io e da tanti anni ormai sto cercando di mettere insieme una risposta.

In questa pagina ho raccolto le scoperte più interessanti sui miei antenati, un po’ perché è come una caccia al tesoro nel passato, e un po’ perché magari qualche altro Vernier in giro per l’Italia possa riconoscere qualche legame con la mia famiglia.
Se sei un Vernier anche tu e pensi di poter contribuire con qualche notizia alla mia caccia agli antenati, scrivimi! 🙂

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Alberto, Rosa e Cesare Vernier

Le prime notizie confermate che ho sulla mia famiglia Vernier risalgono alla metà dell’800. Giovan Battista Vernier, mio quadrisnonno, viveva a Torino ed era un noto commerciante di tessuti – gestiva infatti un negozio di telerie in via Po, insieme al figlio Bernardo Vernier. Uno dei suoi (numerosi) figli, il giovane Alberto Vernier (Torino, 1834- Cagliari, 1909), si innamorò di una ragazza nobile. Lei si chiamava Rosa Arnaldi e le voci di famiglia dicono che fosse una contessina (ma tra i Conti Arnaldi di Finale Ligure non ho ancora mai trovato una corrispondenza). La famiglia di lei non vedeva di buon occhio la relazione, e così Alberto e Rosa fuggirono insieme al seguito di una compagnia di attori (probabilmente la Drammatica Compagnia diretta da Cesare Asti, con cui li troviamo nel 1854-55). Nel 1855-56 e 1856-57 lavorano nella compagnia di Valentino Bassi. Nel 1857-58, anno in cui nacque Cesare Vernier (Milano, 1857 – Cagliari, 1928), furono con la drammatica compagnia di Giovanni Leigheb, poi con Elena Pieri-Tiozzo e Prosperi nel 1858-59 e nella compagnia diretta da Giuseppe Peracchi nel 1859-60. (Nella foto: Alberto, Rosa e il piccolo Cesare – 1861) Si sposano probabilmente nel 1860 – anno in cui Rosa compare per la prima volta come “Rosina Vernier” su un elenco di compagnia – e per gli anni comici 1861-62 (e 62-63?) lavorano nella Compagnia drammatica di Tommaso Salvini, insieme ad attori di primaria importanza per il teatro italiano, come il Salvini stesso e Clementina Cazzola.

Alberto Vernier

Nella stagione 1863-64 Alberto è con la Drammatica Compagnia diretta da Federico Boldrini, quindi nel 1864-65 è a Napoli al Teatro del Fondo nella compagnia di Achille Majeroni, da cui però si separa già prima dell’Estate. Ritorna quindi nella compagnia Boldrini che nel 1866-67 diventa Compagnia Boldrini e Vernier. Nel 1867-68 Alberto crea la sua Drammatica Compagnia Nazionale, inizialmente in società con Pietro Zoli (fino al 1869), poi dal 1869-70 con Francesco Coltellini, con cui rimarrà in società fino al 1875-76 (con una breve parentesi da capocomico nel’72).

Per la stagione 1876-77 agisce nella Compagnia Alberto Vernier – Celestina Jucchi Bracci, ma già la stagione successiva 1877-78 torna capocomico, con la sua Drammatica Compagnia Italiana.

Nel 1878-79 lavora nella Drammatica compagnia diretta da Alberto Vernier, in società con Gaspare Pareti: questo è l’ultimo anno comico in cui ho trovato notizie di Alberto. Nel 1879 viene promulgata la legge che tassa del 30% gli incassi dei teatri e per questo molte compagnie minori chiudono. Probabilmente anche Alberto decide di cambiare mestiere.

Segue quasi un ventennio di silenzio. La tradizione orale di famiglia colloca Alberto e Rosa a Vienna: Alberto sarebbe diventato impresario teatrale nell’ambiente legato alla corte dell’Imperatore, ma non sappiamo di quale teatro, né dove.

Ritrovo Alberto solo verso la fine del secolo su una pubblicazione istriana, nel ruolo di impresario per il teatro Ricotti (poi Fenice) a Fiume (Rijeka) dal 1894 (?) fino al 1900.

necrologio-Alberto-unione-sarda

Il 16 gennaio del 1900, Rosa muore a Pola ed è sepolta al Cimitero di Monte Ghiro, nella tomba della famiglia Dorigo (senza alcuna indicazione). Alberto, ormai vedovo, si trasferisce a Cagliari per trascorrere insieme alla famiglia del figlio Cesare gli anni che gli restano. Alberto muore il 24 gennaio 1909, a 75 anni, dopo lunga e dolorosa malattia, ed è sepolto a Cagliari al cimitero di Bonaria.

***

Suo figlio Cesare studiò alla Regia Scuola Superiore di Commercio di Venezia (1875-1880), ottenendo il titolo di ragioniere. Presto si trasferì in Sardegna, con una posizione di contabile per l’impresa del cav. Giovanni Zamberletti, piemontese, incaricata della costruzione del porto di Arbatax e poi di terminare quella del porto di Cagliari (1883).

Cesare Vernier, banchiere

Cesare sposò Anna Maria Pitzalis (Barisardo – Cagliari, 1908) e negli anni nacquero Giovanna “Nina” Vernier (1890-1976), Rosetta Vernier (sposata Buzzi), Berta Vernier (sposata Devoto), Elsa “Deddei” Vernier (1902?-1917?) ed Elena “Chicca” Vernier (1899-1909). Elena ed Elsa moriranno di diabete in giovanissima età.

Dal Bollettino dell’Associazione antichi studenti della Regia Scuola Superiore di Commercio, ora Università Ca’Foscari di Venezia, risulta che Cesare:

  • Nel 1898 è direttore della Società delle Miniere in Sardegna.
  • Nel 1899 è direttore dei Dazi Comunali e Governativi a Cagliari (dal 1896 al 1905 la Vernier & C. fu l’impresa aggiudicataria della gara per l’appalto del dazio consumo governativo e comunale di Cagliari – fonte Camera di Commercio di Cagliari)
  • Nel 1903 si costituisce in società con Manfredi, assumendo nel suo ufficio Imeroni.
  • Nel 1904 è capo di propria casa bancaria a Cagliari (Banco Vernier e C.ia) [in seguito Banca Vernier-Sola-Deplano], l’unica banca privata sarda.
  • Nel 1905 è sempre capo della ditta Manfredi Vernier e C. in via Roma a Cagliari, palazzo Zamberletti.

Anna Maria Pitzalis

Nel 1906 nacque il piccolo Cesare Alberto Vernier (1906-1983), che sarà sempre chiamato Cecè. Nel 1907 Cesare conseguì per titoli la laurea in Scienze Applicate al Commercio dalla Regia Scuola Superiore di Commercio di Venezia (doc n.145 del 27 marzo 1907)
Nel 1908, Anna Maria morì (di tetano?) lasciando Cecè orfano di madre ad appena due anni. Il piccolo venne allevato dalla sorella maggiore Nina. Pare che Nina Vernier, dopo un riavvicinamento, sia andata a trovare le prozie in Piemonte (sorelle della “contessina” Rosa), e almeno una volta anche a Pola a trovare la nonna Rosa, prima del 1900. Di certo sappiamo che Rosa regalò a Nina una coppia di orecchini e un ciondolo a forma di testa di moro di foggia tipicamente fiumana.

Già avanti con gli anni, nel 1923 Cesare Vernier ottenne il titolo onorifico di Cavaliere della Corona d’Italia quando la banca era ancora in attività.
Cesare morì nel 1928 all’età di 71 anni. Il banco Vernier e c.ia divenne Banco Sola Deplano e c.ia con sede in viale Regina Margherita a Cagliari, dove il cav. Sola e Francesco Deplano (noto Cicito) continuarono l’impresa bancaria sino alla messa in liquidazione della banca nel dopoguerra (anni ‘50).

Cecè e Maria

Cecè Vernier si diplomò ragioniere e nel 1929 si sposò con Maria Mari, di Cagliari (ma la famiglia del padre, il noto avvocato Mario Mari, era originaria di Baronissi e proprietaria di una manifattura tessile a Cagliari, in viale Regina Margherita). Assunto alla Esso, azienda per cui lavorerà tutta la vita, Cecè si recò a lavorare in Calabria, ma successivamente la famiglia visse per un certo periodo a Napoli e poi, verso gli anni ’50 anche a Sassari. Dopo 14 anni di matrimonio, sotto i terribili bombardamenti degli Alleati del 1943 su Cagliari, nacque finalmente il primo figlio, Antonio e poi, nel 1947, Alberto.

Cecè andò in pensione molto presto e, accanito fumatore, morì di cancro ai polmoni nel 1983 a 77 anni.

Ricapitolando, quindi, dal mio punto di vista:
Antonio è mio padre
Cecè è mio nonno
Cesare è mio bisnonno
Alberto è mio trisnonno
Giovan Battista è mio quadrisnonno

Con fatica e costanza ho ricostruito 170 anni del mio ramo della famiglia Vernier.
Ci sono ancora molti particolari che mi mancano, ma vorrei anche sapere di più sulla famiglia di Rosa Arnaldi: se erano veramente nobili, di dove fossero, e se qualcuno si ricorda ancora la storia di quella scapestrata di Rosa, che diede scandalo fuggendo con un giovane attore di nome Alberto Vernier.

47 thoughts on “A caccia degli antenati

  1. Massimo

    Ciao,
    sono anch’io un Vernier e come te sono curioso di risalire alla storia del cognome. Io so ben poco, so solo che ha origini Francesi o Austriaci e che c’è una città in Svizzera che sichiama Vernier.
    Comunque mi presento sono Vernier Massimo e vivo a Foggia, ci troviamo a Foggia grazie al nonno di mio padre che essendo un carabiniere fu trasferito dal Veneto a Napoli e in seguito il figlio Carlo Vernier che sarebbe mio nonno venne a Foggia dove si sposò con mia nonna Paparesta Antonietta e da quel matrimonio naccquero tre figli. Questo è quello che so, ma continuo a fare ricerche. Ciao alla prossima

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  2. Nicola Marras

    Salve,

    purtroppo non posso darti informazioni sulla tua famiglia, ma stavo cercando notizie sulla banca di cui era socio mio nonno Manfredi. In casa nessuno ricorda più nulla! Nel frattempo sto chiedendo ai miei parenti se conoscevano qualche Vernier.

    Grazie ed a presto

    Nicola Marras

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  3. marco deplano

    Giusto pour parler…..

    Il banco Vernier e c.ia divenne successivamente Banco Sola Deplano e c.ia con sede in viale Regina Margherita a Cagliari dove il cav. Sola e mio nonno Francesco Deplano (noto Cicito) continuarono l’impresa bancaria sino alla messa in liquidazione della banca nel dopoguerra..(anni ’50)

    Un saluto,
    Marco Deplano

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  4. eliver Post author

    Ciao Nicola e ciao Marco,
    mi fa piacere che qualcuno ricordi ancora queste storie! Purtroppo quella generazione se n’è ormai andata – mia nonna Maria è mancata nel 2004, era lei che mi raccontava – e non mi resta che affannarmi a caccia di documenti reperibili qua e là. L’archivio storico dell’Università Ca’ Foscari è stato molto gentile e mi ha mandato le fotocopie di tutte le pagelle del bisnonno Cesare, e delle pagine del Bollettino dell’Associazione antichi studenti della Regia Scuola Superiore di Commercio in cui era citato. E’ da lì che provengono le informazioni sulla Banca, Marco. Ho integrato nel testo la tua nota e ti ringrazio. Tu hai qualche documento dell’epoca di cui ci potremmo scambiare una fotocopia o una scannerizzazione?

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  5. alessandro piras

    ciao parente i miei bisnonni si chiamavano uno buzzi e la moglie vernier
    guarda caso sta mia bisnonna era sorella di zio cece’ che peraltro io ho conosciuto benissimo,ma se vuoi notizie sulla tua famiglia credo di essere in grado di fornirtele visto che mia nonna,la figlia della sorelle di cecè vernier e ancora in vita e gode a tutt’oggi di ottima memoria saluti
    alessandro

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  6. eliver Post author

    Ciao Alessandro,
    è davvero un piacere per me conoscere un cugino, nemmeno tanto lontano! E la notizia che tua nonna, nipote di nonno Cecè, ricordi ancora le storie di famiglia è fantastica per questa mia ricerca. Pensi che potrei approfittare e magari chiederle – per tuo tramite – se ricorda la provenienza geografica della famiglia Vernier, in origine? Piemonte? Venezia? Mi piacerebbe andare a scavare in qualche archivio storico o religioso in cerca di notizie, ma per il momento è tutto ancora troppo vago. Un caro saluto e torna a trovarmi!

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  7. alessandro piras

    tutto cio che hai scritto tu e giusto mi manca solo come saresti tu parente di questo ramo dei vernier?poi se nn sono indiscreto dove vivi adesso?comunque ho parlato proprio oggi con mia nonna figlia di rosa vernier e gerolamo buzzi e ha detto se hai qualke domanda da porle ke sarà ben lieta di risponderti.a presto alessandro

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  8. eliver Post author

    Ciao Alessandro, se dai un’occhiata al mio sito troverai le notizie su di me che ti interessano. Cmq, in sintesi, sono la figlia di Antonio, figlio di “Zio Cecè”. La domanda che mi piacerebbe fare a tua nonna è se ricorda la provenienza geografica della famiglia Vernier, in origine. Grazie mille e a presto!

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  9. eliver Post author

    Ciao Silvia, purtroppo la fotocopia della pagina dell’annuario che ho recuperato dice soltanto quello che ho riportato, alla lettera, quindi niente nome del socio Imeroni. Prova a fare qualche ricerca su Internet, chissà che non salti fuori qualcosa! In bocca al lupo e buona caccia 🙂

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  10. marco

    ciao Eli
    Ho tantissimi documenti, ma dovrei organizzarmi con lo scanner, spero con un po’ di tempo di farti avere qualche copia.
    Ho tra le altre cose alcuni bilanci della Società “Banco Sola Deplano & C.ia” e anche una lettera della Banca d’Italia nella quale si chiede a mio nonno la trasformazione della società da accomandita semplice in accomandita per azioni, e anche l’atto di tale trasformazione.
    Ho anche le pubblicazione nel BURAS dei bilanci della società che allora aveva un patrimonio liquido superiore all’agenzia di Cagliari del Banco di Napoli.
    Purtoppo la svalutazione del dopo guerra ha diviso per 1000 il patrimonio liquido che purtroppo mio nonno ha “mancato” di capitalizzare, in quegli anni, avrebbe potuto acquistare mezza Cagliari. :-))

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  11. eliver Post author

    Ciao Marco, grazie mille per l’aggiornamento! 🙂
    Nella tua pila di documenti finanziari hai per caso trovato qualcosa che faccia riferimento al mio bisnonno?
    Chissà come vivevano la crisi economica a quei tempi…

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  12. marco

    Assolutamente si, ho anche l’atto originale firmato da tuo nonno Vernier, dal quale mio nonno acquistò un terreno in centro (allora era periferia) per costruire 3 ville (ancora esistenti) in una abita mia mamma, nelle altre miei zii.
    Oltre questo ho numerosi documenti compreso l’atto di vendita della Banca Vernier a mio nonno e al socio con il quale fondarono il Banco Sola Deplano & C.ia, cercherò di organizzarmi un pò di tempo per fare qualche scansione e farti avere qualche documento.
    In relazione alla situazione economica, la Banca dal 1919 al 1939 era economicamente florida, il problema è stata la guerra, infatti alla fine del conflitto, il governo “organizzo” la svalutazione della lira e quindi il denaro liquido in possesso della banca e di mio nonno perse il valore economico.
    Dai racconti di mio padre, ho saputo che, quando sfollarono da Cagliari per spostarsi dai bombardamenti, mio nonno porto’ con se una cifra liquida esorbitante con la quale in quel periodo avrebbe potuto comprare decine di immobili, invece alla fine della guerra il valore era diventato un centesimo.
    In ogni caso i numerosi beni acquisiti in precedenza, permisero a lui e a mia nonna di vivere di rendita in modo splendido sino ai giorni nostri, mia nonna e passata a migliore vita nel 1995.

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  13. Miriana e Christian

    Salve sono anch’io un Vernier… io ho 13 anni mi chiamo Miriana e sono di Genova, mio fratello si chiama Christian e ha 24 anni, tra l’altro mi ha incuriosito moltissimo Marco quando ha raccontato di sua nonna perchè quando è passata a miglior vita nel 1995, un anno dopo, sono nata io… nel 1996… volevo chiedervi se siete a conoscenza del fatto di un ramo dei Vernier che è venuto a Genova, e se sì, quando e chi erano? In attesa di una sua risposta distinti saluti famiglia Vernier di Genova.

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  14. eliver Post author

    Ciao Miriana e Christian, grazie per essere passati a trovarmi! 🙂
    Purtroppo nelle ricerche sui “miei” Vernier non ho mai trovato riferimenti a Genova, mi dispiace.
    Sai se anche i tuoi antenati erano piemontesi?
    Oppure erano veneti?
    A presto!
    Elisabetta

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  15. Miriana e Christian

    Mio padre dice che i nostri antenati erano veneti… magari stiamo sbagliando ramo… A risentirci cari saluti

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  16. Giovanni Meli

    Ho vissuto dal 1945 al 1965 in un appartamento al terzo piano di un palazzo della via Roma, a Cagliari, che tutti conoscevano come “Palazzo Sola”. Il palazzo era stato colpiton da due grosse bombe d’aereo americane nel 1943, ma rimase in poiedi sino alla sua demolizione, avvenuto, credo nel 1960, per permettere l’edificazione del palazzo della Regione Sardegna. L’appartamento che mio padre prese in affitto, al rirtorno dallo sfollamento, era diviso in due dallo squarcio provocato dalle bembe, ma si presentava lussuosamente rifinito, con pavimernti i marmo e mlinoleum, pareti lisciate a gesso e infissi laccati, molto eleganti. Mio padre ci ndisse che era stato abitato, per molti anni, dal signor Sola, proprietario della banca Sola, che non ho mai conosciuta, seppur fopssi a conoscenza che la sua sede era nel Viale Regina Margherita di Cagliari. Al pioano terra del palazzo di Viua Roma, mio padre aveva preso in affitto, verso la metà degli anni trenta, un locale commerciale, che aveva utilizzato per aprirvi un negozio d’abiogliamento e di articoli militari, con annessa csartoria. L’enorme portone, collocato al centro della facciata, divideva il nostro negozio dal “Bar Inglese”, chiuso qualche mese prima della dmolizione del palazzo. Al mezzanino, oltre alla famiglia dei portinai, era l’accesso alla “Grotta Azzurra”, una trattoria molto frequentata anche dagkli studenti, che vi si recavano per pranzare o cenare a poco prezzo. Nello stesso piano dove abitava la mia famiglia, abitava anche una certa famiglia Deplano, i cui due figli, un ragazzo e una ragazza (dei quali non ricordo i nomi di battesimo) erano alquanto altezzosi e non fui mai possibile far amicizia con loro. So che si sono entrambi laureati, il maschio in Giurisprudenza, la ragazza, mi pare, in lettere.
    Ho scrito solo per questo particolare della famiglia Deplano, della quale, dopo la demolizione del palazzo, ho perso ogni traccia.
    Anch’io sono particolarmente curioso di conoscere l’origine di certi cognomi e delle persone che si sono trasferite, spesso inspiegabilmente da una regione ad un’altra. Il mio stesso nome, Giovanni Meli, denuncia chiaramente l’origine siciliana della mia famiglia, ma non sono riuscito a ricostrirne il percorso, pur sapendo che mia nonna paterna era inghlese e si chiamava Sorci. L’unica cosa certa è che mio padre era nato a Canicattì e che era venuto in Sardegna, dopo un periodo trascorso a MIlano, per fuggire dal terremoto di Messina.
    Cordiali saluti.

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  17. vernier ornella

    ciao sono vernier ornella abito a venezia in terra ferma
    il mio nonno si chiamava vernier mario nato 1903 aveva dei fratelli e fratellastri non li so tutti ma uno era ugo, giuseppina uno era musicista e uno era commerciante di tessuti a trieste poi venne a venezia e commerciav in abiti per il carnevale

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  18. eliver Post author

    Ciao Ornella, benvenuta sul mio sito e grazie di avermi lasciato un po’ di storia della tua famiglia! 🙂
    Posso solo dire che Mario e Ugo non sono nomi “tradizionali” nel mio ramo della famiglia Vernier, quindi forse la nostra cuginanza è molto remota. Mio nonno e i miei bis/tris nonni, infatti, si chiamavano Cesare e Alberto.

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  19. onelia cremonesi

    sono di venezuela e voglio sapere si por questi medio posso sapere si mia nonna era nata a mestre lei si clamaba maria antonia sisa nata nel 1.853 a 1857.vi ruogo scussi io non se quasi italiano ,pero lo intento grazie.

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  20. Emanuele Pisu

    Buon giorno, sono arriavato per caso qui, raccogliendo materiale sulla mia famiglia che e’ stata una delle piu importanti famiglie di Oristano e Cagliari, mio bisnonno era il piu importante propietario di carrozze in Sardegna tra Oristano e Cagliari e aveva tutti i suoi capitali nel Banco Sola Deplano cosi pure mia bisnonna tutti i suoi gioielli.
    Vorrei comunicarmi direttamente per email piu che per questo forum.
    Cordiali Saluti
    Emanuele

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  21. eliver Post author

    Trovo sull’Unione Sarda una lettera di Marco Deplano a proposito del Banco Vernier e C.ia:

    “Vorrei precisare che l’unica banca privata sarda nasce nel 1904 con il nome di ‘Banco Vernier e c.ia’. Successivamente, con l’uscita del cavalier Vernier dalla compagine societaria, cambia nome in “Banco Sola Deplano e c.ia” con sede in viale Regina Margherita…”

    http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=20081205&Categ=9&Voce=1&IdArticolo=2303708

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  23. Zamberletti

    Buongiorno,
    come altri sono capitato casualmente nel suo blog. Complimenti per l’appassionata ricostruzione storica.
    Sono arrivato qui cercando notizie del Palazzo Zamberletti. Porto infatti questo cognome che è tipicamente varesino. Senza ombra di dubbio proviene da qui, ma curiosamente mi ero imbattuto anni fa nell’esistenza di un palazzo con il nostro cognome a Cagliari. Scopro grazie a lei che si trattava di un costruttore piemontese. Ha per caso qualche notizia in più? grazie

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  25. Dario Vernier

    Sono Dario Vernier, abito a Tivoli ( Roma ) e anch’io da un certo tempo sono alla ricerca dei miei ascendenti.
    Prima di tutto voglio farti i miei complimenti per la determinazione e la astuzia da segugio che stai mettendo nell’impresa!
    E’ molto difficile, anche se non impossibile, che le nostre famiglie si incrocino nel tempo. Questo lo so da parecchi anni, in quanto credo di aver conosciuto tuo padre Antonio ( professore all’Università di Cagliari e rotariano; è lui ? ) e nell’occasione abbiamo visto che i suoi/vostri antenati prima del Piemonte stavano in Francia mentre i miei più remoti vengono dalla Carnia, zona montagnosa del Friuli, dove si trovavano fin dal 1550 circa.
    Comunque poichè ho visto che sei approdata in Istria e in particolare a Pola e a Rovigno, se ti può servire, voglio dirti quanto segue.
    Verso la fine del 700 da Luincis, paese della Carnia nella Val Degano, un ramo dei Vernier si è stabilito a Sanvincenti, nell’ Istria interna ma poco distante da Rovigno( 15 km ) che, come sai, sta sulla costa, e un pò più lontano da Pola.
    Verso la metà dell’800 un altro ramo dei Vernier della Carnia si è trasferito a Coridigo, sempre Istria interna. Con il tempo queste due famiglie si sono un pò mosse, anche se fondamentalmente restavano stanziali e separate in questi due paesi fino al secondo dopoguerra.
    Noi siamo venuti via da Sanvincenti nel 1949, io avevo 6 anni, ma uno zio si era spostato prima a Trieste, un cugino era andato in Sudamerica e attualmente non c’è nessun Vernier a Sanvincenti.
    Nell’elenco telefonico dell’Istria gli unici Vernier presenti si trovano appunto a Coridigo e a Rovigno, dove, ho verficato direttamente, si è insediato qualcuno da Coridigo.So però che da Sanvincenti qualche Vernier nei primi anni del 900 si è spostato a Pola , ma non l’ho seguito perchè era un ramo collaterale.
    Nelle mie ricerche comunque incontrato un Vernier a Dignano d’Istria che negli anni 1943-1945 è stato capo dell’amministrazione provinciale di Pola , i discendenti ora vivono a Belluno ma non hanno a che fare con la mia famiglia.
    Purtroppo molti documenti anagrafici sia nei comuni che nelle parrocchie sono andati perduti a causa della seconda guerra e soprattutto delle vicende drammatiche che hanno investito l’Istria.

    Cara Elisabetta , so che queste notizie ti saranno poco utili ma
    forse potranno essere lo spunto per qualche altra persona che naviga nel tuo blog ( si dice così ? ); nel caso sarò lieto di condividere con lui le numerose notizie che ho raccolto fino ad oggi.
    Sappi comunque che io vado a Rovigno diverse volte in un anno e se hai bisogno di qualcosa che non si possa fare virtualmente fammelo sapere.
    Ciao e auguri di…buona ricera.
    Dario Vernier

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  26. eliver Post author

    Ciao Dario, grazie mille per aver voluto condividere la storia della tua “famiglia Vernier”, ho apprezzato molto, anche se le nostre origini sono molto lontane. Vedo che anche tu hai rintracciato gli antenati, e sei arrivato più lontano di me (il 1500 me lo sogno!). Questo mi spinge a darmi da fare ancora di più: prossimo appuntamento, archivio arcivescovile di Torino, a cercare gli atti di nascita di Alberto e Rosa! Buona caccia anche a te, quindi, e spero di rileggerti, magari su Facebook!

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  27. Enrico P. De Plano

    Il mio stimato cugino Marco introduce in questo forum una luce a proposito della trasformazione del Banco Vernier in Banco Sola Deplano e C.ia, e ha ragione sulla causa del fallimento del Banco stesso da ricercarsi nella svalutazione postbellica della lira. Non risulta che i miei nonni siano però vissuti in modo “splendido”: mio nonno è morto nel 1951 e viveva bene in senso relativo all’impoverimento generale, ma mio padre (suo figlio) ricorda come le preoccupazioni economiche fossero state l’origine della sua precoce dipartita. Mia nonna è vissuta in un modo modesto e ritirato per tutta la vita, per scelta, stile, e perchè non era milionaria pur non dovendosi preoccupare della sopravvivenza. ma da qui a scialare e parlare di splendori e opulenza ce ne passa: quella era forse posibile negli anni d’oro, venti e trenta, ma anche allora la sobrietà della coppia dei miei nonni paterni li indusse a non fare vita da nouveau riches: un motto di mio nonno era “Se hai 1000 mostra 100”, l’opposto di quanto accade nelle società consumistiche e a talune persone che poco somigliano agli avi di cui amano vantarsi.

    P.S. Da taluni documenti in mio possesso parrebbe che il cognome di mio nonno nella grafia originaria fosse diviso, ma questa è solo un’ipotesi cui non ho trovato riscontri, non un vezzo come se fosse una patente di nobiltà. La uso fin da bambino perchè innegabilmente eufonica rispetto all’altra versione e per distinguermi da persone da cui un abisso culturale e morale mi divide.

    Un’ultima cosa: conosco tanta gente che afferma che i nonni o gli avi possedevano o avrebbero potuto acquistare mezza Cagliari, è un’abitudine che di solito si ha da ragazzi, poi si perde, questa della vanteria.
    Il conduttore di un Istituto di Credito non può “capitalizzare” comprando a tutto spiano quello che gli pare, infatti mio nonno e il socio non lo fecero non per imprudenza o scarsa lungimiranza, bensì per correttezza professionale, dovendo garantire il cambio fino all’ultimo. Si può dire che non ebbero altra scelta. Riguardo la finestra temporale dello “Sfollamento”, quando mio nonno scampo’ con la famiglia fuori città credo fosse decisamente impossibilitato appunto per questo ad acquistare immobili tornando in una città che divenne medaglia d’oro al valor civile per l’intensità dei bombardamenti angloamericani che lasciavano poco spazio alle trattative (nell’unico momento in cui aveva con sè denaro in abbondanza nella fuga) in un luogo deserto e desolato pieno di spezzoni di bombe e distruzione.

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  28. Enrico P. De Plano

    Posso assicurare che nessun Deplano mio parente e imparentato con il mio nonno visse mai al mezzanino ove ricorda Giovanni Meli, avendo mio nonno edificato tre villini liberty bastevoli per tutta la sua famiglia e per darli in affitto.

    Gli altri miei nonni erano Tronci, avevano un emporio di legname molto noto in via XX Settembre, e discendevano direttamente dai Pernis, che mi hanno lasciato in retaggio due passioni: equitazione e canottaggio, due sport condivisi nella “belle epoque” da Vernier, Cao, devoto e da tutte le altre famiglie che hanno fatto Cagliari commercialmente, industrialmente e come forma urbis, edificando palazzi e ville sontuose con giardini magnifici. In loro onore, da erede non debosciato nè degenere e nemmeno eccessivamente nostalgico, ma consapevole, brindo a tutti i miei coetanei che provengono da tali famiglie e magari, come me, vivono modestamente il tempo presente.

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  29. eliver Post author

    Ciao Enrico, ti ringrazio moltissimo per la tua interessante ed evocativa ricostruzione delle vicende di allora, di cui – devo ammettere – conosco abbastanza poco.

    La mia ricerca su Cesare Vernier il banchiere non sta andando gran che avanti, perché per il momento sono concentrata sulla storia di Alberto, suo padre, attore e quindi capocomico, e il materiale da setacciare è davvero tanto. Forse scriverò una breve biografia, quando e se mai riuscirò a finire.

    Un caro saluto da Milano!

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  30. Enrico P. De Plano

    Eppur si muove, disse (apocrifo) Galilei: il banchiere Vernier non dev’essere assolutamente un fantasma e cercheremo non di evocarlo ma di ricostruirne l’immagine magari attraverso memorie che si affastellano in modo trasversale tra famiglie e intergenerazionale.

    Mia nonna materna (una Tronci) è un’archivio vivente di ricordi nonostante i 93 anni. Proverò a interpellarla in merito. Sa quasi tutto, del resto le famiglie della “haute burgeoisie” calaritana (di Kalaris, antico nome di Cagliari, nota per te a Milan) erano tutte imparentate (lei con i Pernis, i Mari e i Cao per esempio).

    Un caro saluto e buona fortuna. A presto…

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  31. eliver Post author

    Enrico, di carino su Cesare-il-banchiere sono riuscita a recuperare alcune pagelle di quando frequentava la Scuola di Commercio alla Ca’ Foscari di Venezia. Non si può dire che non avesse delle ottime basi, per la sua carriera di businessman 🙂

    Quanto alla tua nonna, se ti capita, chiedile se si ricorda qualcosa di interessante sui miei antenati. Io sono sempre a caccia di notizie, ed è rara l’occasione di averne di prima mano!

    Grazie ancora!
    Elisabetta (cagliaritana, a Milano per lavoro)

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  32. gianni

    salve sono in cerca dei miei antenati non so quasi niente il mio cognome e orno sono di cagliari mio bisnonno era del quartiere marina a cagliari nato nel 1886 la madre si chiamava bonaria frau il cognome in origine era hora non so altro potete aiutarmi???

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  33. eliver Post author

    Ciao Gianni, se vuoi iniziare una ricerca sulla tua famiglia ti consiglio di fare un giro all’Archivio Storico Diocesano Cagliari e cercare la registrazione della nascita di tuo bisnonno sui registri parrocchiali del 1886, altrimenti sempre a Cagliari all’Archivio di Stato. Se poi tuo bisnonno faceva una particolare attività, puoi provare alla Camera di Commercio di Cagliari, sulle cui pubblicazioni io ho trovato informazioni interessanti.
    Buona caccia 🙂

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  34. Pilloni Giulia

    Buona sera,mi chiamo Giulia ed ho conodciuto la sua famiglia circa 38 anni fa,sua zia la signora Maritella mi raccontò degli antenati Vernier,diceva che erano di provenienza veneta ,ricordo un piccolo ritratto di Alberto Vernier 1era vestito in modo ottocentesco, era molto bello.La saluto e spero che abbia trovato tutte le informazioni,la famiglia è la cosa più importante.

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  35. eliver Post author

    Buongiorno Giulia, grazie per il messaggio. Le confermo che la “nostra” famiglia Vernier proviene da Torino: di recente, infatti, ho potuto ottenere dall’archivio storico della città il certificato di battesimo di Alberto Vernier, il trisnonno. Suo padre, Giovanbattista Vernier, gestiva un importante negozio di telerie in Via Po, una delle grandi vie commerciali della Torino ottocentesca (e di oggi). Un saluto, Elisabetta.

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  36. Marta Cristina Laurino

    Ciao. Vi racconto che il mio nono, MARTIN VERNIER, nato a Trieste nel anno 1899, figlio di Valentin Vernier e Juana Paolevic, insieme a la sua moglie Catalina Prenc, hano vissuto qui nella Argentina, dal 1920, circa, fino a la sua morte. Hanno avvuto undici figli, tre natti a Kringa (credo Croacia), ed otto argentini. Il mio nono anche aveva un fratello: Mateo Vernier, chi anche ha vissuto qui fino a la sua morte. Aspeto sapete scusarmi perche non so parlare molto bene la lingua italiana. Saluti cordiali…. Marta

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  37. eliver Post author

    Ciao Marta, grazie per averci raccontato la storia dei tuoi antenati Vernier! Che bello sapere che ci sono dei Vernier – per quanto del ramo Giuliano-Veneto – anche in Argentina 🙂
    Tanti saluti, Elisabetta

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  38. maria ganga

    Ciao Eli, scusa l’intrusione ma volevo chiederti se sei la sorella di Ilaria? Se fosse salutamela tanto, abbiamo studiato entrambe architettura a Roma ma non ho più i suoi contatti. Mi piace lo zelo che dimostri nella tua ricerca nella quale mi sono imbattuta per caso. Saluti

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  39. eliver Post author

    Ciao Maria, grazie per il tuo messaggio! Purtroppo no, io e la tua amica Ilaria non siamo parenti, ma è bello sapere quanti altri giovani della grande famiglia Vernier ci siano in giro. Ti auguro di ritrovarla, almeno su Facebook! (Di solito funziona). Tanti saluti, Elisabetta

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  40. Elisa

    Ciao, mia bisnonna si chiamava Giuseppina Venier, viveva in Friuli, a Pozzo, forse veniva da domanins già nel’500.
    Il cognome viene dal nome Varnier, Vernier

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    1. eliver Post author

      Ciao Marco, grazie per questa informazione! Mio trisnonno Alberto ha lavorato a lungo a Pola, in Istria. Chissà che non avesse qualche parente Vernier anche laggiù. Hai qualche altra notizia su tua nonna, per capire meglio? Il marito che lavoro faceva?
      A presto, Elisabetta

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  41. Cristina

    Buongiorno,
    sono la nipote di Piera Vernier, lei era nata nel 1899 a Fiume e faceva la levatrice in ospedale civico di Fiume morta nel 1968 a Genova, suo padre (il mio bisnonno) era Antonio Vernier, nato a Pola ed era proprietario di uno stallaggio vicino all’arena di Pola, era sposato con una Kandelinic di Crikvenica.
    Mia nonna Piera era diventata orfana molto giovane ma purtroppo non ho molte informazioni sui miei bisnonni, ma sto indagando anch’io da poco.
    Sono certa che ci sia qualche collegamento di parentela, visto che si parla di Pola.

    Un caro saluto
    Cristina Scala

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    1. eliver Post author

      Ciao Cristina, grazie per averci raccontato questa tua bella storia di famiglia! Chissà che una parentela da qualche parte non salti fuori. In bocca al lupo per la tua caccia agli antenati 😊
      Elisabetta

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  42. Cristina

    Sono di nuovo io 🙂

    Ho trovato pochi informazioni del mio ramo Vernier su una ‘ciacolada’ che aveva scritto mio papà per un giornalino Fiumano (mio papà era nato a Fiume nel 1928 come Giulio Vernier, poi era stato adottato dal marito di mia nonna Piera Vernier, dal capitano Giulio Scala. Mio papà scriveva:

    “… La mamma della mia mamma, Maria Kandelinic’, era dalmata croata di Crikvenica. Aveva sposato Antonio Vernier di Pola. Il padre di Antonio, Antonio Senior, mio bisnonno, aveva, nel 1910, in via dell’ Arena di Pola, una ‘Locanda con stallaggio’. La sua prima moglie, madre di mio nonno Antonio, era di Lussinpiccolo. Rimasto vedovo, da buon albergatore, aveva sposato la cuoca slovena. …”

    Purtroppo non ho altro, ma sto continuando le mie ricerche …

    Un saluto
    Cristina Scala

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