New Who

Una fanfiction (parecchio smielata) sul nuovo Doctor Who
di Elisabetta Vernier

Sinossi
Mentre il decimo dottore ha perso conoscenza dopo la rigenerazione, Rose torna indietro nel tempo per impedire al nono dottore di assorbire l’energia del Vortice Temporale, per impedirgli di morire e quindi di rigenerarsi.

English Version published on “A teaspoon and an open mind” Archive

aaaNella sala controllo del Tardis, Rose Tyler fissava a occhi sbarrati il corpo dello sconosciuto che si era materializzato al posto del Dottore, l’uomo che aveva cercato di convincerla di non essere un impostore alieno, di essere il Dottore e di essere stato costretto a rigenerarsi dopo aver assorbito l’energia del Vortice Temporale. Altrimenti sarebbe morto, aveva detto, perchè nessuno, neppure un Time Lord, poteva assorbire tutta quell’energia. Poi, dopo quelle che sembravano tremende fitte di dolore, lo sconosciuto si era accasciato a terra, esanime. Osservando il movimento ritmico del torace dell’uomo Rose capì che era ancora vivo, anche se mortalmente pallido. Se ne stava lì, steso sulla grata metallica del pavimento, del tutto inerme.

aaa Inerme, si disse Rose, rimuginando su quella parola. Voltandosi verso i controlli del Tardis realizzò che in quel momento nessuno poteva impedirle di mettere in pratica l’idea folle che stava prendendo corpo nella sua mente disperata. A furia di viaggiare nello spazio e nel tempo con il Dottore, il suo Dottore, con gli occhi azzurri, le orecchie a sventola e quel sorriso che scaldava il cuore, Rose aveva imparato alcuni trucchi del mestiere del viaggiatore galattico. Forse era arrivato il momento di mettere a frutto ciò che aveva imparato: non per gioco stavolta, o per il gusto dell’avventura, ma per una buona causa.

– Aspettami, Dottore! Questa volta non ti lascerò morire… – mormorò tra sé, scavalcando il corpo dell’intruso per avvicinarsi alla consolle illuminata. Si accorse che tra un attimo avrebbe iniziato a piangere, e inghiottì a vuoto. Poteva farcela.
aaa Il Tardis era una potente macchina del tempo e ora nessuno poteva impedirle di usarla.

Agì sui comandi con destrezza, seguendo la procedura come aveva visto fare tante volte al suo Dottore: la leva pneumatica in alto, due giri al compressore manuale, giù la leva dell’amplificatore di potenza, poi passò a configurare il display temporale, quello che serviva a focalizzare il luogo e il preciso istante a cui ritornare. Mentre la macchina senziente già vibrava sotto i suoi piedi, Rose calibrò con cura le piccole ruote dentate, pregando di riuscire a essere precisa: doveva tornare su Satellite 5 uno o due minuti prima di quando era arrivata l’ultima volta, quando era ormai troppo tardi, quando il Vortice Temporale era stato già scatenato.

aaa Della volta precedente non ricordava quasi nulla, soltanto che sua mamma e Mickey l’avevano aiutata a scardinare il coperchio che custodiva il cuore del Tardis, e lei si era persa in quella luce così calda e avvolgente. Si era risvegliata nella sala controllo – era accaduto quasi mezz’ora prima, ormai – tra le braccia del Dottore. Poi la situazione era precipitata all’improvviso: le spiegazioni, l’addio, il dolore, la luce accecante, la rigenerazione. E lui era scomparso, divorato dall’energia del Vortice Temporale.

Rose scosse la testa, stringendo gli occhi e i pugni per scacciare quella dolorosa immagine.
aaa – No, non succederà. Posso impedirlo, posso farlo – si disse, cercando di trovare il coraggio per avviare il Tardis e precipitarsi indietro nel tempo per salvare il Dottore.

Ricacciando indietro le lacrime, tirò giù la leva principale di accensione e il mondo intorno a lei cominciò a vibrare e a vorticare, ripiegandosi su se stesso, mentre il Tardis attraversava lo spazio-tempo per tornare indietro a Satellite 5, a un’ora prima, al Dottore. Al suo Dottore.

***

aaaQualche secondo più tardi Rose si tirò in piedi lentamente, dolorante e ammaccata, e si affrettò a verificare di essere arrivata proprio nel luogo e nel momento esatto che voleva raggiungere. Secondo il monitor di navigazione temporale il Tardis si era materializzato al livello sottostante alla Sala Controllo del satellite, il luogo verso cui – quando il Dottore l’aveva rispedita a casa con una scusa, per metterla in salvo – stava convergendo un’intera armata di Dalek pronta allo sterminio di tutta la popolazione residente, col Dottore in testa alla lista. Se voleva riuscire a strapparlo ai Dalek e al Vortice Temporale doveva stare molto attenta, e soprattutto fare in fretta.

– Se solo sapessi già cos’è accaduto la prima volta! – mormorò tra sé mentre un brivido di cattivi presagi le correva lungo la schiena. Stava per uscire quando si ricordò dello strano ospite che si era autoinvitato sul Tardis e un leggero senso di colpa la fece tornare indietro per verificare rapidamente il suo stato di salute. Ma aaanulla era cambiato: lo sconosciuto se ne stava sempre immobile sul pavimento, respirando debolmente. Ogni tanto aveva una contrazione, accompagnata da una smorfia di dolore e dalla bocca gli usciva un sottile filo di materia luminosa, che si dissolveva quasi subito nell’aria davanti a lui. Aveva la pelle chiara e le lentiggini.

– Mi dispiace che stai male, amico, ma non posso stare qui a farti da balia – gli disse, anche se sapeva che l’uomo non la poteva sentire. – Devo andare a salvare una persona molto importante.

La più importante, aggiunse tra sé, ma questo non lo disse. Quindi, svelta, aprì la porta del Tardis e scivolò fuori, senza fare rumore. I corridoi del piano erano immersi nel silenzio e nella penombra: probabilmente i Dalek avevano già raggiunto il piano superiore.
aaa Sono arrivata troppo tardi, pensò con una fitta di angoscia e il cuore in gola, mettendosi a correre in punta di piedi. Voleva raggiungere un condotto di servizio che aveva già utilizzato in passato, un passaggio interno che l’avrebbe portata al piano superiore senza essere vista, ma in quel momento di panico tutti i corridoi della stazione le sembravano uguali. Si fermò un attimo per prendere respiro e schiarirsi le idee, quando a un tratto udì un fruscio che proveniva dal corridoio che stava per attraversare. Si schiacciò contro il muro, immobile, ma il cuore le batteva così forte da farle temere che chiunque fosse l’avrebbe sentita. Invece, silenzioso e mortale, un Dalek scivolò velocemente lungo il corridoio, oltrepassandola senza fermarsi: la creatura bio-meccanica sembrava avere un obiettivo chiaro, come un cane che ha fiutato la preda.

aaa Ancora incredula per averla scampata liscia, Rose raggiunse la fine del corridoio, individuando finalmente l’imboccatura del condotto di servizio: una scala a pioli si arrampicava in alto tra tubi e circuiti, perdendosi nel buio. Era un passaggio stretto e senz’aria, ma in quel momento era l’unica via accessibile e sicura per arrivare di sopra. Se voleva salvare il Dottore non poteva certo farsi disintegrare da un Dalek bastardo. Neanche per sogno.
Tirandosi sui gradini a uno a uno, si arrampicò su per la stretta scala, rischiando più volte di perdere l’appiglio: nel ventre della Stazione faceva molto caldo e Rose aveva le mani sudate, per la temperatura ma soprattutto per l’ansia che la spingeva ad andare avanti, anche a costo di usare i gomiti.
Qualche minuto più tardi, esausta, finalmente si tirò fuori dal condotto e rimase boccheggiante sul pavimento di plastica. Sapeva di non potersi permettere il lusso di fermarsi a riposare, ma il suo corpo sembrava non volerle obbedire. Poi però sentì un rumore che le era molto familiare: la sirena rauca del Tardis – l’altro Tardis, quello del passato, quello che sapeva di aver riportato da sola sulla Stazione – che si materializzava nella Sala Controllo.
– No! Non ancora! – gemette a mezza voce, tirandosi in piedi con uno sforzo sovrumano.
La Sala Controllo si trovava a poche decine di metri da lei e nei corridoi non si vedeva nessuno, né umano né Dalek. Così Rose si lanciò fuori dal suo nascondiglio e corse a più non posso verso il centro dell’azione, sperando con tutto il cuore di essere ancora in tempo, sperando che il Vortice Temporale non avesse già distrutto l’armata dei Dalek e insieme con essa tutte le cellule del corpo del suo Dottore.
Anche a costo di morire, non avrebbe lasciato che accadesse.

***

aaaNascosta dietro un angolo della parete metallica, Rose potè finalmente gettare non vista uno sguardo all’interno della Sala Controllo e quando i suoi occhi si posarono sulla figura familiare del Dottore non riuscì a reprimere un sorriso di sollievo.
E’ qui, è ancora vivo, pensò. Il Vortice Temporale non si è ancora attivato!
Poi vide se stessa. aaa
O meglio, una creatura luminosa e terribile che aveva il suo stesso viso e il suo corpo ma era avvolta in un manto radioso di energia vorticante. Il Dottore le parlò, poi la creatura disse qualche parola che Rose non udì e con un solo gesto della mano disintegrò tutti i Dalek presenti nella Sala Controllo. Di certo, con un simile potere, doveva aver annientato anche tutti quelli che minacciavano Satellite 5 dallo spazio.
Grande! esclamò Rose piano, con un gesto di esultanza.
Il viso dell’altra Rose invece si contrasse in un’espressione carica di sofferenza, come se stesse provando un dolore terribile, e si portò una mano alla testa tra le lacrime. Anche a guardarla così da lontano, la luce che emanava dagli occhi bruciava come il fuoco. aaa
Nessuno può sopportare una simile energia, pensò Rose, ricordando una frase che il Dottore le aveva detto prima di morire.
Rose lo vide avvicinarsi a lei – all’altra lei – sicuro di sé come sempre, ma con un’espressione di infinita tenerezza negli occhi. Lui che aveva vissuto più di novecento anni, viaggiando per ogni dove, la guardava come se fosse la forma di vita più meravigliosa dell’universo. Le posò con delicatezza una mano sul viso, mormorandole qualcosa come per rassicurarla, quindi appoggiò le labbra sulle sue in un bacio appassionato e la luce li avvolse entrambi. aaa
All’improvviso, attraverso gli occhi e la bocca dell’altra Rose, un torrente impetuoso di energia si riversò nel corpo del Dottore, che lo assorbì dentro di sé come un corpo nero sotto il sole.
Oh, no! pensò Rose, accorgendosi di cosa stava succedendo davanti ai suoi occhi: quello era il Vortice Temporale, quella era l’energia cosmica che aveva annientato i Dalek e che, tra qualche secondo, avrebbe bruciato tutte le cellule del corpo del Dottore, costringendolo a morire.
Quindi il Dottore sapeva bene a cosa andava incontro, sapeva che quell’energia l’avrebbe ucciso. aaa
Ma non aveva avuto paura.
Paralizzata da quella rivelazione, vide il suo Dottore prendere l’altra Rose e portarla in salvo, esanime, all’interno del Tardis. Poi l’astronave del Time Lord svanì, e quello che era accaduto dopo Rose lo conosceva fin troppo bene.
Purtroppo tutto sarebbe accaduto esattamente come la prima volta, visto che non era riuscita a fare nulla per cambiare il futuro: era rimasta lì a guardare il Dottore che sceglieva di morire per lei, non aveva mosso un dito per salvarlo, l’aveva lasciato morire un’altra volta. aaa
Con un macigno nel cuore, ritornò al suo Tardis: su Satellite 5 nessuno le chiese niente, nessuno le parlò. Era come se fosse diventata a un tratto invisibile, incorporea. Sconfitta, Rose si richiuse la porta alle spalle su un passato che ormai sapeva di non poter più cambiare: il suo Dottore se n’era andato per sempre e non sarebbe più tornato. Mai più.
E lei non gli avrebbe mai potuto rivelare i suoi sentimenti.
Assistere come una spettatrice a quell’unico bacio che si erano scambiati e di cui non ricordava nulla le aveva aperto una ferita profonda nell’animo. Leggere negli occhi del Dottore ciò che provava per lei le aveva spezzato il cuore.

***

Seduta sul pavimento del Tardis con la testa fra le mani, Rose singhiozzava disperata, incapace di accettare quello che le accadeva intorno, maledicendo il momento in cui aveva avuto l’idea di tornare indietro nel tempo. Invece che farla stare meglio, quel viaggio aveva contribuito a peggiorare la sua situazione. Era già terribilmente doloroso sapere che il suo Dottore fosse morto: l’idea di essere stata proprio lei la causa di tutto era veramente troppo. Il Dottore si era sacrificato per lei, assorbendo in sé quell’energia tremenda perché lei potesse continuare a vivere, ma ora Rose, di quella vita, non sapeva proprio che farsene.
aaa Che vita è senza di lui? mormorò, tra le lacrime, ripensando ai mille momenti passati insieme al suo Dottore, come inseparabili compagni d’avventure tra mille pericoli, sulla Terra e nello spazio. Forse tornare a casa come le aveva proposto lo sconosciuto, tornare alla sua vecchia vita fatta di piccole cose insignificanti era l’unica soluzione accettabile. Col tempo, forse, il nulla che la circondava avrebbe attutito il dolore.
Rose era così devastata da quell’idea che quando, vicino a lei, qualcosa si mosse non alzò neppure la testa per guardare.
– Rose… – disse lo sconosciuto che vestiva ancora la giacca di pelle nera del Dottore, rubando il suo profumo. Disse il suo nome con voce dolce, premurosa, ma non era quella la voce che Rose avrebbe voluto sentire e così la ignorò.
Rose Tyler! – sbottò l’uomo in tono seccato, qualche secondo più tardi.
Nel silenzio pieno di ronzii lievi del Tardis, la sua voce echeggiò potente tra le pareti di metallo organico, facendola trasalire, e Rose sollevò finalmente la testa dalle ginocchia per guardarlo, pronta ad aggredirlo verbalmente per aver disturbato in quel modo inaccettabile e violento il suo dolore.
aaa Ma appena incrociò il suo sguardo, la voce le morì in gola.
Lo sconosciuto era in ginocchio davanti a lei, e i suoi occhi color nocciola la fissavano da un viso giovane e lentigginoso. In un attimo di chiarezza assoluta, Rose si accorse di aver già visto quello sguardo, di conoscere quegli occhi che la guardavano con un’espressione di infinita tenerezza, come se fosse la forma di vita più meravigliosa dell’universo. Qualcosa dentro di lei si illuminò, restituendole la voglia di vivere. Il suo Dottore era morto per lei, ma gli incredibili poteri dei Time Lord glielo avevano appena restituito.
aaa – Dottore… – mormorò, e il suo sorriso fiorì tra le lacrime.
– Rose – disse ancora il Dottore, il nuovo Dottore, sfiorandole leggermente una guancia con due dita per asciugarle una lacrima. – Ti porto a casa: è la vigilia di Natale, ricordi?
– Come posso dimenticarlo? – rispose Rose, con voce rotta ma felice.
Babbo Natale le aveva appena restituito il suo amato Dottore, la persona più importante della sua vita: diverso, più giovane, con i capelli scarmigliati e una dentatura notevole, ma sempre indiscutibilmente fantastico.

aaaPrima Stagione – Elenco degli episodi

1.01 Rose – 17 novembre 2005
1.02 The End of the World (La fine del mondo) – 24 novembre 2005
1.03 The Unquiet Dead (I morti inquieti) – 1 dicembre 2005
1.04 Aliens of London Part 1 (Alieni a Londra Parte 1) – 6 dicembre 2005
1.05 World War Three (Alieni a Londra Parte 2)- 15 dicembre 2005
1.06 Dalek 22 dicembre 2005
1.07 The Long Game (La lunga partita) 27 dicembre 2005
1.08 Father’s Day (Il padre di Rose) 5 gennaio 2005
1.09 The Empty Child (Il bambino vuoto p.1) 12 gennaio 2006
1.10 The Doctor Dances (Il bambino vuoto p.2) – 13 gennaio 2006
1.11 Boom Town (Città esplosiva) – 20 gennaio 2006
1.12 Bad Wolf (Padroni dell’Universo p.1) – 27 gennaio 2006
1.13 The Parting of the Ways (Padroni dell’Universo p.1) – 4 febbraio 2006

© Elisabetta Vernier per la storia – 2006
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