Addicted to Westeros (and proud)

Game of ThronesAnni fa, quando era uscito in Italia, avevo acchiappato il libro “A Game of Thrones”, perché nel mondo del Fantasy letterario se ne parlava parecchio e come sempre volevo toccare con mano.

Premetto di non amare particolarmente il genere Fantasy epico, a parte ovviamente “The Lord of The Rings“, immenso progenitore di gran parte della produzione successiva. Aggiungo di non amare la narrazione prolissa, le descrizioni eccessivamente lunghe di paesaggi, abbigliamento, insomma, tutta quella ciccia che provoca l’obesità degli attuali tomi fantasy negli scaffali delle librerie.

Così, dopo una lettura mica poi tanto coinvolgente dei primi due, avevo iniziato “A Storm of Swords“, ma presto era rimasto abbandonato nella mia libreria, con il segnalibro a una pagina x, dimenticato. E George R.R. Martin è caduto nel dimenticatoio con esso.

Poi, eoni più tardi, è arrivata HBO e il suo ottimo “Game of Thrones“. Sono rare le occasioni in cui un adattamento televisivo supera il materiale originale, ma questo è senz’altro uno di quei rari casi. Storie forti, personaggi vivi e indimenticabili, location mozzafiato e una trama che ti risucchia dentro come in un vortice di intrighi, sangue, sesso e violenza. E in breve mi sono ritrovata “addicted to Westeros“.

La prima e la seconda stagione sono volate via in un battito di ciglia, troppo in fretta per poter aspettare all’asciutto fino a marzo 2013. A quel punto, in pieno trip, ho fatto una cosa deplorevole: sono andata su Wikipedia e ho letto il riassunto di tutta la storia pubblicata a oggi, fino alla fine di “A Dance with Dragons”. Lo so, me ne vergogno, non ero in me 🙂

Il senso di sazietà è durato circa mezza giornata. Poi sono tornata all’attacco dei tomi di Martin: per mia fortuna, nel frattempo era arrivato il Kindle e gli e-book di Amazon, 200 grammi di lettore contro un chiletto buono di carta stampata. Comodo da tenere in mano, da portare in giro, e superbamente complementato dal Cloud Reader di Amazon. L’accoppiata malefica di questi due strumenti mi ha permesso di avere tutto e subito, sempre. E ne ho abusato, vergognosamente.

In un mese, nei ritagli di tempo, mi sono succhiata “A Dance with Dragons“, seguito dal fratello gemello “A Feast for Crows” (per chi non lo sapesse, i due libri hanno una cronologia parallela su due gruppi diversi di personaggi, quindi l’ordine non influenza gran che la lettura) e a diversi pick-up da “A Storm of Swords”, quando trovavo dei riferimenti a fatti che non avevo letto. Millanta pagine di storia, via così, a volte leggendo sequenzialmente, a volte seguendo un POV fino alla fine e poi il successivo, a un mondo di distanza. Che trip, ragazzi 🙂

E ora sono tristemente a secco.
Così, per consolarmi, chiudo il loop riguardandomi la prima stagione della serie con maggiore consapevolezza, gustandola circa 10 volte di più rispetto alla prima volta.

Winter is coming, gente. E speriamo che si dia una mossa 🙂