Category Archives: Generale

Un dolce BB8 cake

BB8 di compleanno

Lo so, lascio passare un sacco di tempo tra un post e l’altro, ma scrivere su un blog implica riflessione e ragionamento, mentre purtroppo il ritmo frenetico della mia vita in questo momento mi concede solo 140 caratteri per i miei pensieri. A volte nemmeno quelli 🙂

Quindi, per il 2015 voglio postare una mia creazione di cui sono abbastanza soddisfatta: la torta BB8 ispirata al robottino a palla del nuovo film di Star Wars in arrivo a Natale, realizzata in pasta di zucchero per il compleanno di Silvio.

E’ una sponge cake, farcita e glassata con ganache al cioccolato al latte. La semisfera di sotto è la torta vera e propria, mentre la testuccia di BB8 è un dummy: cuore di polistirolo avvolto in  una semisfera di pasta di zucchero. Finito il compleanno, ce la conserveremo come (ingombrante) fermacarte SF 🙂

Alla prossima torta, probabilmente!

Clipart di Elisabetta Vernier

Sono passati ormai diversi anni dall’uscita di Clipart di Elisabetta Vernier, quello che è stato definito il mio “romanzo d’esordio”. Ad alcuni è piaciuto e ad altri no, come è normale che sia, come succede per ogni opera creativa, letteraria o artistica. Penso che ogni scrittore, professionista o esordiente, debba saper accettare che non esiste un libro che possa accontentare proprio tutti. E va bene così.

Quindi, perché ho deciso di scriverne proprio oggi?

Perché, riguardando indietro per caso su Internet, mi sono accorta che quella mia piccola opera dalla lunga genesi ha avuto alcune recensioni davvero astiose. E, per come sono fatta, non ne capisco il perché.

Clipart di Elisabetta Vernier è stato scritto nel 1997, auto-pubblicato come e-book in PDF nel 1999 sul mio sito, pubblicato una prima volta come e-book nel 2001 sulla rivista PowerKaos in CD-Rom, poi selezionato da Franco Forte per Delos Books nel 2003 (non esattamente l’ultimo arrivato in tema di selezione dei testi, e noto per essere particolarmente severo), riveduto e pubblicato prima come tascabile e quindi come e-book in una seconda edizione. Pubblicato infine come audiolibro autoprodotto, distribuito gratuitamente in podcast sull’iTunes Music Store (2007).

In sintesi: piccolo libro, piccolo editore, piccola tiratura, vendite in linea con la SF in Italia, zero guadagni per me. Ma non mi lamento. Voglio bene a quel libricino.

Cosa ha dato così fastidio di tutto questo?

Forse, il Premio Italia.

Come ha fatto un così vile libricino a vincere un premio nazionale?

Se qualcuno dei severi recensori di Clipart di Elisabetta Vernier si fosse preso la briga di informarsi sul Premio Italia, premio letterario italiano dedicato alla fantascienza, avrebbe scoperto che si tratta di un “premio del pubblico” e non della critica, una sorta di tributo di popolarità all’autore, più che al libro in sé. I votanti sono i partecipanti alla Italcon dell’anno precedente (o almeno era così nel 2004) e, per quanto ad alcuni possa sembrare strano, quelle persone lo hanno votato.

Lo avevano letto? Qualcuno sì, molti no. Mi conoscevano? Molti sì, qualcuno no. Stavo loro più simpatica degli altri finalisti? Evidentemente sì. Di questi tempi, anche la simpatia è un motivo – forse sbagliato – per premiare qualcuno. Ma le regole del premio Italia non le ho scritte io, quindi ringrazio ancora tutti quelli che mi hanno votato nel 2003 🙂

Sono pienamente consapevole di quanto Clipart di Elisabetta Vernier sia un libro leggero e l’ho sempre presentato in questi termini nelle mie interviste. Mi sono divertita a scriverlo, a suo tempo, e molte persone si sono divertite a leggerlo per quello che è: un fumetto commerciale, un telefilm d’azione, un popcorn movie – CRASH! Boom! Bang!

Non ho mai pensato che fosse un capolavoro letterario e sono certa che ci siano moltissimi romanzi di SF mille volte migliori. là fuori. Probabilmente anche i romanzi inediti scritti dai suddetti severi recensori saranno 1000 volte migliori del mio. E io dico loro: che aspettate ad autopubblicarli? A liberarli nella rete? Che sia il pubblico, là fuori, a giudicare.

E buona fortuna a voi 🙂

Per dessert, chiudiamo con qualche positiva recensione di Clipart di Elisabetta Vernier:

Polvere e ragnatele

… povero blog, è davvero diventato un po’ obsoleto.
Va beh, non disperate – se e quando avrò qualcosa di interessante da postare, lo farò 🙂
Per gli amici, ci si legge su Facebook.

Nuovo look per l’ottavo dottore di McGann

Dark Eyes

La Big Finish, che produce le audio adventures del Doctor Who, ha lanciato a novembre il nuovo look del Dottore di Paul McGann.

Abbandonato finalmente l’obsoleto cappotto di velluto e l’odiata parrucca ricciolosa, The Eighth Doctor porta i capelli corti, veste un giubbotto di pelle nero ed e’ diventato un personaggio molto piu’ dark che dashing, sulla via verso Ninth di Eccleston. Il nuovo look e il design del nuovo sonic screwdriver sono stati curati dalla Weta e approvati dalla BBC. L’unica cosa che mi lascia un po’ perplessa e’ l’orrido borsello marrone con la tracolla… Speriamo che se lo perda per strada molto presto.

La nuova audio adventure si chiama Dark Eyes, in quattro parti, ed e’ acquistabile sul sito Big Finish, anche in formato download. La prendero’ presto e vi raccontero’ 🙂

E visto che ci siamo, vi linko anche una simpatica fanfiction che ho scritto per un concorso letterario della Big Finish nel 2010, “The Doctor Wears Valentino“, dove anche il mio Eighth Doctor ha i capelli corti e indossa un fantastico giubbotto di pelle. Mi piace pensare di aver contribuito un po’ alla trasformazione 🙂

Angelo Vendicatore, la mia ultima fatica traduttoria

Angelo Vendicatore

Ebbene sì, finalmente sono tornata nelle vesti di traduttore letterario. Devo ammettere che questo lato della mia dimensione creativa mi mancava da morire, e ricominciare con il libro che ha ispirato la serie TV Moonlight, che amo particolarmente, è stata una grande soddisfazione.

Il romanzo di Trevor Munson è abbastanza diverso dalla serie, intendiamoci: è una specie di prequel dove Mick (Angel, non St.John) non è ancora quello che conosciamo, e Beth è la bambina bionda che il nostro investigatore vampiro preferito salva dalle grinfie malefiche di Coraline. Coraline sì, lei invece è inconfondibilmente se stessa.

La copertina di Samanta Leone è perfetta e, se posso dire, surclassa quella piuttosto generica del libro originale americano. In essa, abbastanza riconoscibile, c’è Alex O’Loughlin con la sua espressione da vampiro triste e riluttante che ha conquistato tante fangirl 😉

Il libro uscirà per Delos Books verso fine novembre.

Quindi spero che avremo l’occasione di riparlarne dopo che l’avrete letto, sia per commentare la storia sia per ricordare insieme Moonlight, una serie imperdibile per chi ama il genere, nata prima dell’hype dei vampiri di Twilight e stroncata immeritatamente alla fine della prima stagione.

Addicted to Westeros (and proud)

Game of ThronesAnni fa, quando era uscito in Italia, avevo acchiappato il libro “A Game of Thrones”, perché nel mondo del Fantasy letterario se ne parlava parecchio e come sempre volevo toccare con mano.

Premetto di non amare particolarmente il genere Fantasy epico, a parte ovviamente “The Lord of The Rings“, immenso progenitore di gran parte della produzione successiva. Aggiungo di non amare la narrazione prolissa, le descrizioni eccessivamente lunghe di paesaggi, abbigliamento, insomma, tutta quella ciccia che provoca l’obesità degli attuali tomi fantasy negli scaffali delle librerie.

Così, dopo una lettura mica poi tanto coinvolgente dei primi due, avevo iniziato “A Storm of Swords“, ma presto era rimasto abbandonato nella mia libreria, con il segnalibro a una pagina x, dimenticato. E George R.R. Martin è caduto nel dimenticatoio con esso.

Poi, eoni più tardi, è arrivata HBO e il suo ottimo “Game of Thrones“. Sono rare le occasioni in cui un adattamento televisivo supera il materiale originale, ma questo è senz’altro uno di quei rari casi. Storie forti, personaggi vivi e indimenticabili, location mozzafiato e una trama che ti risucchia dentro come in un vortice di intrighi, sangue, sesso e violenza. E in breve mi sono ritrovata “addicted to Westeros“.

La prima e la seconda stagione sono volate via in un battito di ciglia, troppo in fretta per poter aspettare all’asciutto fino a marzo 2013. A quel punto, in pieno trip, ho fatto una cosa deplorevole: sono andata su Wikipedia e ho letto il riassunto di tutta la storia pubblicata a oggi, fino alla fine di “A Dance with Dragons”. Lo so, me ne vergogno, non ero in me 🙂

Il senso di sazietà è durato circa mezza giornata. Poi sono tornata all’attacco dei tomi di Martin: per mia fortuna, nel frattempo era arrivato il Kindle e gli e-book di Amazon, 200 grammi di lettore contro un chiletto buono di carta stampata. Comodo da tenere in mano, da portare in giro, e superbamente complementato dal Cloud Reader di Amazon. L’accoppiata malefica di questi due strumenti mi ha permesso di avere tutto e subito, sempre. E ne ho abusato, vergognosamente.

In un mese, nei ritagli di tempo, mi sono succhiata “A Dance with Dragons“, seguito dal fratello gemello “A Feast for Crows” (per chi non lo sapesse, i due libri hanno una cronologia parallela su due gruppi diversi di personaggi, quindi l’ordine non influenza gran che la lettura) e a diversi pick-up da “A Storm of Swords”, quando trovavo dei riferimenti a fatti che non avevo letto. Millanta pagine di storia, via così, a volte leggendo sequenzialmente, a volte seguendo un POV fino alla fine e poi il successivo, a un mondo di distanza. Che trip, ragazzi 🙂

E ora sono tristemente a secco.
Così, per consolarmi, chiudo il loop riguardandomi la prima stagione della serie con maggiore consapevolezza, gustandola circa 10 volte di più rispetto alla prima volta.

Winter is coming, gente. E speriamo che si dia una mossa 🙂

Loop Infinito v.2

In questi giorni ho aggiornato l’e-book di Loop Infinito, trasformandolo in una seconda piccola raccolta di racconti della Kranio Enterprises.

Ora raccoglie i 3 più recenti racconti brevi della serie, che ho pubblicato online in ordine sparso tra il 2007 e il 2011.

Si tratta di storie che portano avanti la vita dei protagonisti tra un romanzo e l’altro, e i due principali fili conduttori sono l’amore e la Virtual-Rete. Non cercate grandi idee di fantascienza, dunque, o storie di cyberpunk estremo, perché restereste delusi.

Il primo racconto “Il Maze, l’amore e l’aria condizionata” si svolge dopo “Origami” e la missione di Maggie nelle Wastelands. Al Maze c’è una crisi da gestire e il team operativo del Kranio, nonostante il gran caldo d’agosto, è pronto a entrare in azione. Ma Maggie e l’Ebreo litigano come al solito. Lei lo detesta, ma non riesce a smettere di pensare a lui. Lui non la sopporta, ma la notte non riesce a dormire. E’ un pericoloso loop infinito che rischia di mettere a repentaglio l’esito della missione. Potrà uno Steel Angel fare la differenza?

Il secondo racconto “Virtual Life” e il terzo “Mondi in Recessione” si collocano invece dopo il romanzo “Reveng3” e portano avanti la complicata storia d’amore tra RUE e Albert, a cavallo tra vita reale e virtuale.

L’e-book lo potete trovare su Amazon.it a meno di un euro.

https://www.amazon.it/dp/B0077ZDML0

Niente gita? Tutti a Volandia!

Oggi abbiamo scoperto un po’ per caso un posto davvero fantastico, Volandia, il parco e museo del volo.

A parte la bellezza del posto in sé, cioè le ex Officine Caproni a Malpensa, la collezione di aerei ed elicotteri è davvero molto interessante, sia per un intenditore che per un profano. Oggi, poi, si inaugurava l’hangar con il nuovo DC3, talmente nuovo che ancora colava olio dappertutto 🙂

In più, c’è una vastissima area dedicata ai più piccoli, con i giochi all’esterno a tema legato al volo e un’intero capannone dedicato ai giochi per interno, da fare invidia a una ludoteca ben organizzata, che vanta un enorme elicottero gonfiabile!

L’unica cosa che mi ha lasciato perplessa è che un posto così bello sia così poco conosciuto, pur essendo a uno sputo dall’aeroporto di Malpensa e a 45 min da Milano. Non che la collezione del padiglione Aeronavale del museo della Scienza e della Tecnologia di Milano sia meno interessante, ma la dimensione del parco e soprattutto le archittetture e la storia delle Officine Caproni rendono Volandia una meta davvero speciale.

Esperienza da rifare, magari tra un anno o due 🙂

E per Carnevale, le frittelle di Nonna Rina

Lo so che è un po’ tardi per postare una ricetta di Carnevale, ma questo mese è passato in un vortice di cose da fare, e solo ora riesco a mettere insieme idee e materiale per scrivere questo post. E poi le frittelle sono buone tutto l’anno 🙂

Frittelle

Quella che segue è la ricetta delle frittelle che faceva la mia nonna materna, nonna Rina, per la gioia mia, di mia sorella e dei miei cugini e cugine, quando arrivava il carnevale. Quel pomeriggio, a casa sua, era una vera festa.

Per almeno 10 anni l’ho tenuta chiusa nel mio quadernino blu delle ricette, senza mai provare a misurarmi con le mani d’oro della nonna. Poi quest’anno, guardando il faccino di Enrico – che ormai ha 3 anni – ho deciso che era arrivato il momento di ravvivare questa tradizione di famiglia.

Il risultato lo potete vedere nella foto: 3 vassoi di frittelle cicciotte e saporite, di cui uno fatto fuori a casa, un po’ regalate alla mia amica e vicina Manuela e ai suoi simpatici gemelli, un altro vassoio portato in ufficio per la gioia dei colleghi.

Ingredienti

  • 500 gr di farina
  • 2 uova intere
  • 250 cc di latte
  • 50 g di burro
  • un cubetto di lievito di birra
  • 75 g di zucchero
  • la buccia grattuggiata di un limone

Sbattere le uova con lo zucchero. Aggiungere piano la farina e il latte. Far squagliare il burro e aggiungerlo tiepido all’impasto. Aggiungere poi il limone e il lievito, sciolto in un pochino di latte. Lasciar lievitare per 1 ora circa in un posto tiepido. Alla fine della lievitazione, stendere la pasta su un piano infarinato e formare le frittelle col buco (io ho usato un tagliabiscotti tondo per la frittella e un tappo di bottiglia d’acqua per il buco), quindi metterle da parte a lievitare per una mezz’ora. Quando sono diventate tonde, raccoglierle delicatamente una a una e friggerle in abbondante olio di semi, rigirandole una volta sola. Quando sono dorate, scolarle dall’olio e zuccherarle a piacere in un altro vassoio.

PS: io ho fritto anche i “buchi” – sono diventati simpatiche palline zuccherate, dorate e croccanti.