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Kraniologia

kranioVisto che la serie della Kranio Enterprises negli anni è diventata un po’ tentacolare, ho pensato di mettere ordine, realizzando un comodo elenco completo dei racconti, che sia anche una cronologia legata alle storie dei personaggi.

Prequel – eternamente in lavorazione 🙂

Welcome to the Maze vi accompagnerà a conoscere il locale notturno gestito dal Kranio, il Maze, nel cui ventre fumoso si muovono mutanti, virtual surfer, pusher di droghe sintetiche e killer a pagamento. Nell’entourage del Kranio non manca proprio nessuno!

Hungry Light vi farà correre sul filo della virtual rete insieme all’Ebreo, a caccia di un cyberkiller che ha preso di mira il Kranio e i suoi.

Vai alla Kraniologia – La cronologia dei racconti della Kranio Enterprises

Una storia d’inverno

Quest’inverno, in un momento molto particolare, ho scritto un nuovo racconto breve.
Oggi, per caso, mi è ricapitato tra le mani e ho pensato di condividerlo con voi.
Il tema è quanto sia difficile imparare da grandi, se non si trova la persona giusta che ci prende per mano e ci accompagna.

Sapeva tutto sulle macchine da cucire.

Aveva imparato a cucire da bambina guardando i suoi genitori, e amava farlo, per quanto fosse un lavoro faticoso. Cuciva nel laboratorio del padrone, otto ore al giorno, insieme alle altre operaie sue amiche. Il poco tempo libero che aveva lo dedicava a suo figlio: insieme, ascoltavano alla radio storie importanti, raccontate da voci piene di sentimento, che parlavano di mondi lontani e meravigliosi, e ogni tanto ne inventavano delle nuove, prima di addormentarsi. Segretamente, però, lei desiderava di imparare a leggere quelle storie famose, per crescere e diventare una persona migliore. Ma in cuor suo sapeva che non avrebbe mai potuto farlo, perché non era mai andata a scuola. Se ne vergognava profondamente e non ne parlava mai con nessuno. Solo ogni tanto, da sola nella sua stanza, provava a compitare un vecchio libro, senza successo. Così, la sua vita andava avanti.

Un giorno, però, scoprì che una delle sue amiche del laboratorio sapeva leggere: aveva imparato da una maestra molto capace, che viveva poco lontano. E come leggeva bene la sua amica! Forse, si disse, avrebbe potuto imparare anche lei. Forse quella maestra l’avrebbe aiutata. Ma la vergogna per la propria incapacità era tale in lei che rimandò quella decisione, e la rimandò ancora, e poi ancora.

Erano ormai passati due anni quando alla fine, in un giorno d’inverno, trovò il coraggio di presentarsi alla maestra.

Continua a leggere: Maestra – Una storia d’inverno

Un dolce BB8 cake

BB8 di compleanno

Lo so, lascio passare un sacco di tempo tra un post e l’altro, ma scrivere su un blog implica riflessione e ragionamento, mentre purtroppo il ritmo frenetico della mia vita in questo momento mi concede solo 140 caratteri per i miei pensieri. A volte nemmeno quelli 🙂

Quindi, per il 2015 voglio postare una mia creazione di cui sono abbastanza soddisfatta: la torta BB8 ispirata al robottino a palla del nuovo film di Star Wars in arrivo a Natale, realizzata in pasta di zucchero per il compleanno di Silvio.

E’ una sponge cake, farcita e glassata con ganache al cioccolato al latte. La semisfera di sotto è la torta vera e propria, mentre la testuccia di BB8 è un dummy: cuore di polistirolo avvolto in  una semisfera di pasta di zucchero. Finito il compleanno, ce la conserveremo come (ingombrante) fermacarte SF 🙂

Alla prossima torta, probabilmente!

Nuove porticine si aprono sul foglio

Complice il maltempo, ho ripreso a dipingere la mia serie di porticine ad acquarello che avevo iniziato una decina di anni fa.

Sono sempre alla ricerca di soggetti che abbiano un fascino particolare, colori speciali, ambientazioni evocative, e quest’anno penso di averne trovato alcune davvero meritevoli.

Di seguito, la Porticina sul canale, dove per la prima volta ho provato a utilizzare inchiostro grigio invece che china nera – il risultato è molto più soft.

Se siete curiosi, tutte le altre, vecchie e nuove, potete trovarle sul mio Flickr.
E se poi qualcuna vi piace davvero, potete acquistare le stampe su Society6.

Porticina sul canale

Abba Nila’ni è tornato. E questa volta è SF!

Dopo un improbo lavoro di editing e riscrittura, ho finalmente pubblicato su Amazon il nuovo Abba Nila’ni – I monasteri della Collera, che ora è diventato un romanzo di fantascienza tout-court (un altro giorno vi spiegherò il perché, se vi interessa).

Chi di voi l’aveva letto in versione “terrestre” si accorgerà che è cambiato ben poco della sostanza del libro. Nomi, luoghi e poco altro.

Per chi ancora non l’ha letto, due parole di presentazione del romanzo:

Abba Nila’ni è un’avventura che coniuga temi di grande attualità come le missioni di pace e la cooperazione nei paesi del terzo mondo con suggestioni esotiche che ritornano dal passato coloniale. Al centro della vicenda, ambientata in un futuro prossimo di colonizzazione spaziale, un mite ingegnere della Cooperazione Terrestre che, con l’aiuto di un giovane tenente della Fanteria Spaziale e di una xeno-archeologa ribelle, si batte per trovare una soluzione moralmente accettabile al sanguinoso scontro tra gli interessi economici di una multinazionale senza scrupoli e la lotta per la sopravvivenza di un’antica cultura spirituale dalle origini misteriose.

Un mix di avventura e di fantascienza militare, con molta azione e qualche intrigo interplanetario.

Spero di essere riuscita a incuriosirvi almeno un po’ 🙂

Per chi vuole un assaggio più abbondante c’è l’estratto del libro, scaricabile gratuitamente dal Kindle Store.

Clipart di Elisabetta Vernier

Sono passati ormai diversi anni dall’uscita di Clipart di Elisabetta Vernier, quello che è stato definito il mio “romanzo d’esordio”. Ad alcuni è piaciuto e ad altri no, come è normale che sia, come succede per ogni opera creativa, letteraria o artistica. Penso che ogni scrittore, professionista o esordiente, debba saper accettare che non esiste un libro che possa accontentare proprio tutti. E va bene così.

Quindi, perché ho deciso di scriverne proprio oggi?

Perché, riguardando indietro per caso su Internet, mi sono accorta che quella mia piccola opera dalla lunga genesi ha avuto alcune recensioni davvero astiose. E, per come sono fatta, non ne capisco il perché.

Clipart di Elisabetta Vernier è stato scritto nel 1997, auto-pubblicato come e-book in PDF nel 1999 sul mio sito, pubblicato una prima volta come e-book nel 2001 sulla rivista PowerKaos in CD-Rom, poi selezionato da Franco Forte per Delos Books nel 2003 (non esattamente l’ultimo arrivato in tema di selezione dei testi, e noto per essere particolarmente severo), riveduto e pubblicato prima come tascabile e quindi come e-book in una seconda edizione. Pubblicato infine come audiolibro autoprodotto, distribuito gratuitamente in podcast sull’iTunes Music Store (2007).

In sintesi: piccolo libro, piccolo editore, piccola tiratura, vendite in linea con la SF in Italia, zero guadagni per me. Ma non mi lamento. Voglio bene a quel libricino.

Cosa ha dato così fastidio di tutto questo?

Forse, il Premio Italia.

Come ha fatto un così vile libricino a vincere un premio nazionale?

Se qualcuno dei severi recensori di Clipart di Elisabetta Vernier si fosse preso la briga di informarsi sul Premio Italia, premio letterario italiano dedicato alla fantascienza, avrebbe scoperto che si tratta di un “premio del pubblico” e non della critica, una sorta di tributo di popolarità all’autore, più che al libro in sé. I votanti sono i partecipanti alla Italcon dell’anno precedente (o almeno era così nel 2004) e, per quanto ad alcuni possa sembrare strano, quelle persone lo hanno votato.

Lo avevano letto? Qualcuno sì, molti no. Mi conoscevano? Molti sì, qualcuno no. Stavo loro più simpatica degli altri finalisti? Evidentemente sì. Di questi tempi, anche la simpatia è un motivo – forse sbagliato – per premiare qualcuno. Ma le regole del premio Italia non le ho scritte io, quindi ringrazio ancora tutti quelli che mi hanno votato nel 2003 🙂

Sono pienamente consapevole di quanto Clipart di Elisabetta Vernier sia un libro leggero e l’ho sempre presentato in questi termini nelle mie interviste. Mi sono divertita a scriverlo, a suo tempo, e molte persone si sono divertite a leggerlo per quello che è: un fumetto commerciale, un telefilm d’azione, un popcorn movie – CRASH! Boom! Bang!

Non ho mai pensato che fosse un capolavoro letterario e sono certa che ci siano moltissimi romanzi di SF mille volte migliori. là fuori. Probabilmente anche i romanzi inediti scritti dai suddetti severi recensori saranno 1000 volte migliori del mio. E io dico loro: che aspettate ad autopubblicarli? A liberarli nella rete? Che sia il pubblico, là fuori, a giudicare.

E buona fortuna a voi 🙂

Per dessert, chiudiamo con qualche positiva recensione di Clipart di Elisabetta Vernier:

Addicted to Westeros (and proud)

Game of ThronesAnni fa, quando era uscito in Italia, avevo acchiappato il libro “A Game of Thrones”, perché nel mondo del Fantasy letterario se ne parlava parecchio e come sempre volevo toccare con mano.

Premetto di non amare particolarmente il genere Fantasy epico, a parte ovviamente “The Lord of The Rings“, immenso progenitore di gran parte della produzione successiva. Aggiungo di non amare la narrazione prolissa, le descrizioni eccessivamente lunghe di paesaggi, abbigliamento, insomma, tutta quella ciccia che provoca l’obesità degli attuali tomi fantasy negli scaffali delle librerie.

Così, dopo una lettura mica poi tanto coinvolgente dei primi due, avevo iniziato “A Storm of Swords“, ma presto era rimasto abbandonato nella mia libreria, con il segnalibro a una pagina x, dimenticato. E George R.R. Martin è caduto nel dimenticatoio con esso.

Poi, eoni più tardi, è arrivata HBO e il suo ottimo “Game of Thrones“. Sono rare le occasioni in cui un adattamento televisivo supera il materiale originale, ma questo è senz’altro uno di quei rari casi. Storie forti, personaggi vivi e indimenticabili, location mozzafiato e una trama che ti risucchia dentro come in un vortice di intrighi, sangue, sesso e violenza. E in breve mi sono ritrovata “addicted to Westeros“.

La prima e la seconda stagione sono volate via in un battito di ciglia, troppo in fretta per poter aspettare all’asciutto fino a marzo 2013. A quel punto, in pieno trip, ho fatto una cosa deplorevole: sono andata su Wikipedia e ho letto il riassunto di tutta la storia pubblicata a oggi, fino alla fine di “A Dance with Dragons”. Lo so, me ne vergogno, non ero in me 🙂

Il senso di sazietà è durato circa mezza giornata. Poi sono tornata all’attacco dei tomi di Martin: per mia fortuna, nel frattempo era arrivato il Kindle e gli e-book di Amazon, 200 grammi di lettore contro un chiletto buono di carta stampata. Comodo da tenere in mano, da portare in giro, e superbamente complementato dal Cloud Reader di Amazon. L’accoppiata malefica di questi due strumenti mi ha permesso di avere tutto e subito, sempre. E ne ho abusato, vergognosamente.

In un mese, nei ritagli di tempo, mi sono succhiata “A Dance with Dragons“, seguito dal fratello gemello “A Feast for Crows” (per chi non lo sapesse, i due libri hanno una cronologia parallela su due gruppi diversi di personaggi, quindi l’ordine non influenza gran che la lettura) e a diversi pick-up da “A Storm of Swords”, quando trovavo dei riferimenti a fatti che non avevo letto. Millanta pagine di storia, via così, a volte leggendo sequenzialmente, a volte seguendo un POV fino alla fine e poi il successivo, a un mondo di distanza. Che trip, ragazzi 🙂

E ora sono tristemente a secco.
Così, per consolarmi, chiudo il loop riguardandomi la prima stagione della serie con maggiore consapevolezza, gustandola circa 10 volte di più rispetto alla prima volta.

Winter is coming, gente. E speriamo che si dia una mossa 🙂

Loop Infinito v.2

In questi giorni ho aggiornato l’e-book di Loop Infinito, trasformandolo in una seconda piccola raccolta di racconti della Kranio Enterprises.

Ora raccoglie i 3 più recenti racconti brevi della serie, che ho pubblicato online in ordine sparso tra il 2007 e il 2011.

Si tratta di storie che portano avanti la vita dei protagonisti tra un romanzo e l’altro, e i due principali fili conduttori sono l’amore e la Virtual-Rete. Non cercate grandi idee di fantascienza, dunque, o storie di cyberpunk estremo, perché restereste delusi.

Il primo racconto “Il Maze, l’amore e l’aria condizionata” si svolge dopo “Origami” e la missione di Maggie nelle Wastelands. Al Maze c’è una crisi da gestire e il team operativo del Kranio, nonostante il gran caldo d’agosto, è pronto a entrare in azione. Ma Maggie e l’Ebreo litigano come al solito. Lei lo detesta, ma non riesce a smettere di pensare a lui. Lui non la sopporta, ma la notte non riesce a dormire. E’ un pericoloso loop infinito che rischia di mettere a repentaglio l’esito della missione. Potrà uno Steel Angel fare la differenza?

Il secondo racconto “Virtual Life” e il terzo “Mondi in Recessione” si collocano invece dopo il romanzo “Reveng3” e portano avanti la complicata storia d’amore tra RUE e Albert, a cavallo tra vita reale e virtuale.

L’e-book lo potete trovare su Amazon.it a meno di un euro.

https://www.amazon.it/dp/B0077ZDML0

Niente gita? Tutti a Volandia!

Oggi abbiamo scoperto un po’ per caso un posto davvero fantastico, Volandia, il parco e museo del volo.

A parte la bellezza del posto in sé, cioè le ex Officine Caproni a Malpensa, la collezione di aerei ed elicotteri è davvero molto interessante, sia per un intenditore che per un profano. Oggi, poi, si inaugurava l’hangar con il nuovo DC3, talmente nuovo che ancora colava olio dappertutto 🙂

In più, c’è una vastissima area dedicata ai più piccoli, con i giochi all’esterno a tema legato al volo e un’intero capannone dedicato ai giochi per interno, da fare invidia a una ludoteca ben organizzata, che vanta un enorme elicottero gonfiabile!

L’unica cosa che mi ha lasciato perplessa è che un posto così bello sia così poco conosciuto, pur essendo a uno sputo dall’aeroporto di Malpensa e a 45 min da Milano. Non che la collezione del padiglione Aeronavale del museo della Scienza e della Tecnologia di Milano sia meno interessante, ma la dimensione del parco e soprattutto le archittetture e la storia delle Officine Caproni rendono Volandia una meta davvero speciale.

Esperienza da rifare, magari tra un anno o due 🙂