Dark over me

Un crossover tra TNG e la Saga di Darkover

di Elisabetta Vernier

Addentriamoci nel passato di Eliver… Prendiamo la macchina del tempo e torniamo al lontano 1996: stavo lavorando alla tesi di laurea e, nei ritagli di tempo, ho iniziato a scrivere quello che poi sarebbe diventato il mio primo “romanzo”. Già, avete capito bene. Non ho iniziato con un racconto di fan fiction: mi sono buttata direttamente sul romanzo breve, settanta cartelle filate di crossover tra Star Trek – The Next Generation (che allora andava alla grande) e il Ciclo di Darkover di Marion Zimmer Bradley, che era la mia scrittrice preferita. Roba da matti!
Dopo la laurea, con grande soddisfazione sono riuscita a terminarlo e nel 1999 è stato pubblicato sulla fanzine dello STIC, in versione leggermente diversa, insieme al suo seguito, Sunrise.
Rileggendolo oggi, dopo quasi dieci anni, è inevitabile trovarlo un po’ ingenuo, soprattutto dal punto di vista stilistico, ma si fa leggere ancora molto bene.
Una onesta fan fiction, con un po’ di nostalgia.

La trama: l’Enterprise-D del capitano Jean-Luc Picard giunge su Cottman IV, un pianeta della Federazione che i nativi chiamano Darkover, per consegnare al governo locale un prezioso carico di sostanze antincendio e per dare la possibilità a un gruppo di climatologi terrestri di studiare un clima che evolve verso un’era glaciale. Mentre Deanna Troi, betazoide dotata di una modesta empatia, si confronta con i potenti telepati darkovani, l’androide Data esplora la Città Vecchia intorno allo spazioporto di Thendara in compagnia di una giovane Libera Amazzone.

Dark over me
di Elisabetta Vernier

Archivio della Flotta Stellare – Chiave di ricerca: Cottman IV
Cottman IV (Darkover) – Mondo semiaperto appartenente alla Federazione Unita dei Pianeti da circa quindici anni standard, abitato dalla razza umana, con una diffusa mutazione verso le facoltà extrasensoriali: sembra infatti che una discreta parte della popolazione sia dotata di telepatia, telecinesi, preveggenza, empatia, ma non ci sono riscontri oggettivi del fenomeno. Esistono inoltre alcune razze non umane che si ritiene siano state create tramite esperimenti biogenetici: di esse in ogni caso si sa ben poco.

La colonizzazione del pianeta è da attribuire a una delle così dette Navi Perdute, che lasciarono la Terra prima dello sviluppo dei motori a curvatura, dirette verso le prime colonie terraformate su Phi–Coronis, e non raggiunsero mai la loro destinazione. Questo fatto è suffragato dalla presenza di linguaggi la cui radice affonda nelle lingue pre-standard, in particolare l’Inglese e lo Spagnolo ma anche il Gaelico, lingue ormai morte sulla Terra.
Il pianeta è stato riscoperto circa 78 anni fa dalla USS Minnesota, in missione di esplorazione nel quadrante. Da allora l’integrazione è proceduta assai lentamente, a causa dell’assoluta avversione della popolazione locale per la tecnologia terrestre; solo di recente il pianeta, a causa di instabilità politiche interne, ha richiesto l’ingresso nella Federazione.

La tecnologia locale è interamente basata sulla Scienza delle Matrici, intimamente connessa alle facoltà extrasensoriali, che si esplica tramite l’utilizzo di Pietre Matrici, la cui natura è tuttora oscura: in pratica si tratta di pietre semipreziose naturali o artificiali, in grado di trasformare le onde mentali in energia, senza sottoprodotti nucleari; in realtà le loro incredibili potenzialità lasciano pensare a una forma di vita aliena.

Sebbene siano passati circa 300 anni standard dalla partenza della nave che colonizzò il pianeta, nella storia locale si trovano riferimenti a un passato talmente remoto da non trovare riscontro nella cronologia federale. Si è ipotizzato che il fenomeno sia dovuto a una distorsione temporale dovuta all’effetto dei motori M–AM in uso allora: se così fosse, la cultura di Cottman VI si sarebbe sviluppata nell’arco di circa 2000 anni.

Per secoli il pianeta è stato governato dalla aristocrazia telepatica locale, il così detto Consiglio dei Comyn (“degli uguali”): a causa però di una progressiva scomparsa dei poteri psichici maggiori, di una scarsa natalità e un alto tasso di mortalità infantile, questa élite si è ridotta a tal punto che il Consiglio è stato sciolto. Oggi Cottman IV è governato dal Consiglio dei Telepati, composto da tutti i telepati dotati del pianeta, di qualunque estrazione sociale, ed è presieduto dal Nobile Regis Hastur, ultimo monarca a Thendara.

***

Diario del capitano: data stellare 45465.2
L’Enterprise si dirige verso la stella di Cottman: trasportiamo un carico di ritardanti chimici antincendio su Cottman IV, su richiesta del governo locale. Giunti a destinazione, inoltre, sbarcheremo sul pianeta una squadra di climatologi che intendono studiare dal vivo un clima che evolve verso un’era glaciale. Contiamo di trattenerci per due giorni standard.

Il capitano Jean–Luc Picard sedeva nel suo studio privato, immerso nella lettura di un DiPad. Leggeva uno stralcio delle informazioni possedute dalla Federazione sul pianeta che si accingevano a raggiungere, Cottman IV: dal rapporto preliminare appariva davvero una destinazione interessante.
Ciò che il rapporto non diceva era che Darkover, questo il nome locale di Cottman IV, fosse come la Terra di un tempo: pulito, incontaminato e selvaggio. Non c’erano grattacieli laggiù, tranne il Quartier Generale terrestre, ma case di pietra e legno, castelli e torri; sarebbe stato come tornare indietro al tempo di Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda. Sarebbe stata proprio una missione interessante.

In quell’istante suonò il cicalino della porta, distogliendo il capitano dal filo dei suoi pensieri.
– Avanti! – esclamò, spegnendo il DiPad e appoggiandolo sul tavolo davanti a sé.
Le porte scorrevoli scivolarono di lato con un sibilo leggero e il tenente comandante Data fece il suo ingresso nello studio, con cinque o sei DiPad tra le mani: il pallido androide, sempre calmo per natura, appariva confuso e quasi agitato.
– Capitano, ho letto tutto il materiale su Cottman IV, ma devo dire che ho trovato le informazioni disponibili assolutamente incomplete. Questa “scienza delle matrici” a cui si fa riferimento sembra una componente fondamentale della cultura del pianeta, se non la fonte di essa, e noi non ne sappiamo praticamente niente – disse Data, come se una cosa logica fosse stata deliberatamente ignorata. – È possibile che non sia stata mai organizzata una missione di indagine culturale?
Se fosse stato umano si sarebbe potuto dire scandalizzato.

– Signor Data, se è vero che ha letto tutti i rapporti, si sarà accorto che esiste una certa diffidenza da parte degli abitanti del pianeta nei confronti della Federazione – disse il capitano, incuriosito dalla inspiegabile reazione del suo secondo ufficiale.
– Non verrebbero certo a raccontare i loro segreti a una missione di indagine culturale!
Data rimase perplesso per qualche secondo poi disse:
– Ha ragione, capitano. Allora ho memorizzato 600 gigabyte di informazioni per niente: non avevo capito quanto potesse essere forte la diffidenza, seppure tra individui della stessa razza.
Il capitano lo guardò stupito.
– Cosa diavolo ha memorizzato stavolta? – chiese divertito all’androide. Non si era mai abituato alla sua voracità per le informazioni: sembrava quasi che Data si nutrisse di esse.
– Vuole sapere tutto in dettaglio oppure solo per sommi capi? La avverto che per un resoconto dettagliato occorreranno circa 14 ore, 26 minuti e 54 secondi…
– Per carità, Data! Vada per sommi capi, la prego – rispose il capitano, pentitosi istantaneamente della sua domanda. Data sapeva essere a un tempo la persona più concisa e più dispersiva che conoscesse.
– Per cominciare, ho imparato a parlare correntemente i due idiomi principali del pianeta, il Casta e il Cahuenga, per facilitare i contatti con la popolazione; quindi ho memorizzato tutto l’archivio storico e il corpus letterario darkovano, comprese le leggende e il culto degli Dei locali. Per concludere ho memorizzato l’unica analisi sociologica presente in archivio, per comprendere meglio la struttura della società locale. A dire il vero avevo pensato di condurre una indagine culturale di persona: questo pianeta mi incuriosisce molto.
– Va bene, allora faremo in modo che questo lodevole sforzo non vada sprecato. La Federazione ha sempre cercato di saperne di più su questo posto, quindi la nomino addetto culturale della Federazione su Cottman IV per tutta la durata del nostro soggiorno, che, per inciso, sarà di soli due giorni. Dovrà cercare di fare in fretta – disse il capitano, chiedendosi con una punta di invidia come se la sarebbe cavata il suo ufficiale più intraprendente in un mondo dove i rapporti umani si fondavano su capacità molto più profonde dei semplici sentimenti. “È come vivere senza pelle” aveva letto da qualche parte: sarebbe stata una bella sfida per Data.
– Una cosa però, signor Data. Non faccia parola della sua natura artificiale con nessuno su Cottman IV: la cibernetica è sconosciuta laggiù ed è meglio che lo resti ancora per un po’.
Picard non voleva rischiare che qualche tecnofobo facesse a pezzi il suo secondo ufficiale per vedere come era fatto dentro.
– La sua decisione mi sembra la più logica, capitano. Farò del mio meglio, ma… Potrei suggerirle una cosa? – disse Data, aggrottando lievemente le sopracciglia.
– Dica pure, comandante – Picard non finiva mai di stupirsi di come Data, osservando i comportamenti umani, riuscisse a imitarli al punto da abbinare la mimica facciale adatta alla situazione contingente, senza che dietro ci fosse la relativa emozione a produrla.
– Vorrei consigliarle, una volta sbarcati, di non chiamare mai il pianeta con il nome di Cottman IV: per loro è Darkover, la loro casa, e la stella di Cottman è il Sole, l’unico che abbiano mai visto.
Data sembrava già immedesimato nella sua nuova personalità darkovana, programmata apposta per l’occasione.
– Ci starò attento, glielo prometto – disse il capitano, riprendendo in mano il DiPad.
Lo avrebbe letto un po’ meglio: in effetti gli erano sfuggite molte cose.

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“Dark over me” è di proprietà esclusiva di Elisabetta Vernier che ne detiene il copyright, e non può essere ridistribuito via P2P nè reso disponibile per il download su altri siti.

“Dark over me” è un’opera di fan-fiction, quindi amatoriale e senza fini di lucro. Tutti i personaggi di ST:TNG citati nel romanzo sono di proprietà della Paramount, e quelli della Saga di Darkover appartengono a Marion Zimmer Bradley.